sabato 7 marzo 2020

Giorno 4: Viñales e la foresta pluviale

La valle di Viñales in provincia di Pinar del Rio

Il martedì mattina sempre la Cuba Tour ci ha assegnato una guida, Maria Jmenez e, raggruppando alcune coppie italiane, ci accompagnerà in un viaggio nella storia e nella cultura dell’Isola che durerà un’intera settimana.
Nella prima escursione ci immergiamo completamente nella natura, nella provincia limitrofa a quella de L’Avana, Pinar del Rio, più precisamente nella valle di Viñales.
L’Isola di Cuba è bagnata dall’Oceano Atlantico, ma anche dal caldo mare dei Caraibi con la sua Barriera Corallina, è ricca di vegetazione: infatti possiede una lussureggiante foresta tropicale, corsi d’acqua dolce, cascate, piantagioni di tabacco, di canna da zucchero, di caffè e di frutta…Ma non sono le sue bellezze naturalistiche, né quello che c’è da vedere, ciò che voglio mettere in luce con il mio diario di bordo. Soprattutto vorrei spiegare quello che ho provato io in questi giorni e che porterò sempre con me.

L’isolamento di Cuba

Durante il viaggio di andata, Maria ci dà diverse informazioni che riguardano Cuba: la viabilità, il tipo di coltivazioni, i tipi di lavoro e stipendi.
Informazioni base certo, ma in privato io non resisto e le chiedo come vanno le cose dopo Fidel e ora con Trump, l’embargo è duro?
Lei mi rivolge un grande sorriso che colora il suo bel viso dolce e simpatico e mi risponde: “Mi corazon un po’ di pazienza, ne parleremo!” A quel punto lascio procedere la giornata secondo i tempi di Maria e Ariel, il nostro autista, che mi accorgerò ben presto non sono assolutamente quelli a cui siamo abituati. Come dicevo nei giorni precedenti, ero preparata a come scorre il tempo a Cuba, ma un conto è conoscere le cose e un altro è viverle, farle tue.
Durante l’intera giornata, mentre ci trasferiamo da un posto all’altro, Maria ci spiega che  durante la presidenza Obama, Fidel aveva aperto un dialogo con gli Stati Uniti, mentre ora tra il neopresidente Diaz-Canel e il presidente Trump non c’è dialogo e che il successore di Obama alla Casa Bianca ha appesantito l’embargo; questo limita il libero scambio dell’Isola con l’estero.
Ci racconta che a Cuba faticano ad arrivare generi alimentari, sapone e medicine. Anche il petrolio che arriva dal Venezuela viene bloccato e quindi anche la benzina per le auto è difficile da reperire. Tutte cose confermate dalle code che ho visto davanti ai negozi e ai distributori.
Volendo poi mettere in luce il buono del suo Paese, ci spiega quanto sia importante per i cubani che scuola, sanità e altri servizi siano statali; purtroppo però, soprattutto per effetto delle restrizioni causate dall’embargo; la povertà aumenta e i giovani se ne vogliono andare.

Le nuove amicizie a Cuba

Ariel non parla per niente la nostra lingua, ma grazie al mio modesto spagnolo e al linguaggio universale “dei gesti”, abbiamo stretto amicizia fin da subito.
Durante la prima tappa della giornata scendiamo in una grotta, la Cueva del Indio, immersa nel Parco Nazionale di Viñales.
Successivamente ci dirigiamo verso il famoso Murales de la Prehistoria per poi fare tappa nel paesino di San Vincente. Essendo stanca decido di lasciar visitare il centro paese a mia madre e io mi siedo con Maria e Ariel per un caffè al bar. Dopo aver sconvolto i due cubani con l’affermazione: “Io il caffè lo prendo senza zucchero”, approfondiamo la conoscenza: racconto  perché abbiamo scelto di venire a Cuba, parliamo di cocktail, salsa e donne infatti chiedo: “Maria ma le belle cubane dove sono tutte?” e lei ridendo: “In Italia!”. Mi insegnano un po’ di espressioni gergali; infine, dico che mi piacerebbe vivere a Cuba e tutte le sere poter andare a ballare. Così decidiamo che l’indomani sera saremmo andati a la casa de la musica a L’Avana e mi insegneranno qualche passo di salsa.
Nel secondo pomeriggio visitiamo una piantagione di tabacco per vedere come i contadini lavorano queste foglie fino a produrre i famosi sigari.
Quello che ho notato in questa giornata è quanto possa offrire questa campagna, molto fertile, ma purtroppo le tecniche sono molto arretrate e soprattutto non ci sono i soldi da investire in nuovo lavoro; per questo molti giovani, non vedendo futuro nella loro terra, se ne vanno verso la città o all’Estero.

Mentre stiamo rientrando mi sorge spontanea una domanda: per quale motivo qualcuno volontariamente privi senza un preciso motivo qualcun altro della possibilità di migliorare? Perché vietare ad esempio il commercio del petrolio con altri Paesi?
Maria risponde: ”Perché l’arancio teme che eliminando l’embargo i cubani scappino tutti negli Stati Uniti.”
Vedere e sentire queste parole mi fa molto male: non ritengo opportuno schierarmi politicamente, ma per quanto possa cercare di capire un Capo di Stato che non vuole persone provenienti da altri Paesi nel suo, non posso e non voglio assolutamente accettare che si possa aggiungere povertà alla povertà.
Rientrati tardi a L’Avana siamo stanche e quello che desideriamo è solamente farci una doccia e riposare e così è quello che facciamo.

Giorno 5: L’Avana

Lezioni di salsa

Il quinto giorno abbiamo passeggiato per le piazze della Capitale e abbiamo scoperto vicende che sui nostri libri di storia non sono riportati, mentre per i cubani hanno un ruolo importantissimo.
Quasi l’intero pomeriggio lo abbiamo trascorso al Almacenes de San Jose, il mercato coperto de L’Avana dove abbiamo potuto fare qualche acquisto di artigianato.
Dopo cena, come promesso, siamo andati a La casa de la musica dove ho potuto sperimentare la vera salsa cubana e ovviamente i miei cocktail preferiti; è stato molto divertente e fin da subito intuisco quanto a Cuba la musica sia fondamentale; così sono giunta alla conclusione che non esiste un cubano che non sappia ballare: dai bambini alle persone più anziane che ho incontrato, hanno un senso del ritmo per noi inconcepibile e in poche lezioni credo di aver imparato un sacco.
La musica che suonano è come se rappresentasse il carattere gioviale di questo popolo, la voglia di libertà e il piacere di stare in compagnia.
Quando mi corico le gambe mi fanno male, ma non riesco subito a prendere sonno; ho ancora nelle orecchie il ritmo scadenzato delle percussioni, la chitarra così romantica, il contrabbasso e quelle voci solari e avvolgenti…Dopo pochi minuti però non riesco a resistere, sono stravolta e domani sarà una giornata intensa.


Murales de la PREhistoria
     


Valle di Vinales

Cueva del Indio
  




Fabbricazione di sigari a mano
San Vincente in provincia di Pinar del Rio



Cattedrale de L'Avana




  
Immagine di Camilo Cenfuegos in Plaza de la Rivolucion a fianco a quella del Che: era un rivoluzionario cubano morto a soli 27 anni in un incidente aereo, è un personaggio molto importante per tutti i cubani.


                                         
lezioni di educazione fisica











2 commenti:

  1. Sempre più brava la nostra scrittrice di bordo ! Il contadino che costruisce i sigari abita in una casetta rosa con scale dipinte di bianco . Stile coloniale , ma molto semplice e colorato. E poi la Cueva , tanta paura di scivolare , ma c’ è il braccio forte dei nostri compagni di viaggio e la barchetta dei due straordinari cubani ! E fuori musica, musica, musica ! ❤️❤️❤️🤙🤙🤙🤙🤙

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  2. Come scuote e fa vibrare l'aria,
    questa musica cubana!!!.....

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