La valle di Viñales in provincia di Pinar del
Rio
Il martedì mattina sempre la Cuba Tour ci ha assegnato una guida, Maria Jmenez e, raggruppando alcune coppie italiane, ci
accompagnerà in un viaggio nella storia e nella cultura dell’Isola che durerà
un’intera settimana.
Nella prima escursione ci immergiamo completamente nella
natura, nella provincia limitrofa a quella de L’Avana, Pinar del Rio, più
precisamente nella valle di Viñales.
L’Isola di Cuba è bagnata dall’Oceano Atlantico, ma anche
dal caldo mare dei Caraibi con la sua Barriera Corallina, è ricca di
vegetazione: infatti possiede una lussureggiante foresta tropicale, corsi
d’acqua dolce, cascate, piantagioni di tabacco, di canna da zucchero, di caffè
e di frutta…Ma non sono le sue bellezze naturalistiche, né quello che c’è da
vedere, ciò che voglio mettere in luce con il mio diario di bordo.
Soprattutto vorrei spiegare quello che ho provato io in questi giorni e che
porterò sempre con me.
L’isolamento di Cuba
Durante il viaggio di andata, Maria ci dà diverse
informazioni che riguardano Cuba: la viabilità, il tipo di coltivazioni, i tipi
di lavoro e stipendi.
Informazioni base certo, ma in privato io non resisto e le
chiedo come vanno le cose dopo Fidel e ora con Trump, l’embargo è duro?
Lei mi rivolge un grande sorriso che colora il suo bel viso
dolce e simpatico e mi risponde: “Mi corazon un po’ di pazienza, ne parleremo!”
A quel punto lascio procedere la giornata secondo i tempi di Maria e Ariel, il
nostro autista, che mi accorgerò ben presto non sono assolutamente quelli a cui
siamo abituati. Come dicevo nei giorni precedenti, ero preparata a come scorre
il tempo a Cuba, ma un conto è conoscere le cose e un altro è viverle, farle
tue.
Durante l’intera giornata, mentre ci trasferiamo da un posto
all’altro, Maria ci spiega che durante
la presidenza Obama, Fidel aveva aperto un dialogo con gli Stati Uniti, mentre ora
tra il neopresidente Diaz-Canel e il presidente Trump non c’è dialogo e che il
successore di Obama alla Casa Bianca ha appesantito l’embargo; questo limita il
libero scambio dell’Isola con l’estero.
Ci racconta che a Cuba faticano ad arrivare generi
alimentari, sapone e medicine. Anche il petrolio che arriva dal Venezuela viene
bloccato e quindi anche la benzina per le auto è difficile da reperire. Tutte
cose confermate dalle code che ho visto davanti ai negozi e ai distributori.
Volendo poi mettere in luce il buono del suo Paese, ci
spiega quanto sia importante per i cubani che scuola, sanità e altri servizi
siano statali; purtroppo però, soprattutto per effetto delle restrizioni
causate dall’embargo; la povertà aumenta e i giovani se ne vogliono andare.
Le nuove amicizie a Cuba
Ariel non parla per niente la nostra lingua, ma grazie al
mio modesto spagnolo e al linguaggio universale “dei gesti”, abbiamo stretto
amicizia fin da subito.
Durante la prima tappa della giornata scendiamo in una
grotta, la Cueva del Indio, immersa nel Parco Nazionale di Viñales.
Successivamente ci dirigiamo verso il famoso Murales de la
Prehistoria per poi fare tappa nel paesino di San Vincente. Essendo stanca
decido di lasciar visitare il centro paese a mia madre e io mi siedo con Maria
e Ariel per un caffè al bar. Dopo aver sconvolto i due cubani con
l’affermazione: “Io il caffè lo prendo senza zucchero”, approfondiamo la
conoscenza: racconto perché abbiamo
scelto di venire a Cuba, parliamo di cocktail, salsa e donne infatti chiedo:
“Maria ma le belle cubane dove sono tutte?” e lei ridendo: “In Italia!”. Mi
insegnano un po’ di espressioni gergali; infine, dico che mi piacerebbe vivere
a Cuba e tutte le sere poter andare a ballare. Così decidiamo che l’indomani sera
saremmo andati a la casa de la musica
a L’Avana e mi insegneranno qualche passo di salsa.
Nel secondo pomeriggio visitiamo una piantagione di tabacco
per vedere come i contadini lavorano queste foglie fino a produrre i famosi
sigari.
Quello che ho notato in questa giornata è quanto possa
offrire questa campagna, molto fertile, ma purtroppo le tecniche sono molto
arretrate e soprattutto non ci sono i soldi da investire in nuovo lavoro; per questo
molti giovani, non vedendo futuro nella loro terra, se ne vanno verso la città
o all’Estero.
Mentre stiamo rientrando mi sorge spontanea una domanda: per
quale motivo qualcuno volontariamente privi senza un preciso motivo qualcun
altro della possibilità di migliorare? Perché vietare ad esempio il commercio
del petrolio con altri Paesi?
Maria risponde: ”Perché l’arancio
teme che eliminando l’embargo i cubani scappino tutti negli Stati Uniti.”
Vedere e sentire queste parole mi fa molto male: non ritengo
opportuno schierarmi politicamente, ma per quanto possa cercare di capire un Capo
di Stato che non vuole persone provenienti da altri Paesi nel suo, non posso e
non voglio assolutamente accettare che si possa aggiungere povertà alla
povertà.
Rientrati tardi a L’Avana siamo stanche e quello che desideriamo
è solamente farci una doccia e riposare e così è quello che facciamo.
Giorno 5: L’Avana
Lezioni di salsa
Il quinto giorno abbiamo passeggiato per le piazze della
Capitale e abbiamo scoperto vicende che sui nostri libri di storia non sono
riportati, mentre per i cubani hanno un ruolo importantissimo.
Quasi l’intero pomeriggio lo abbiamo trascorso al Almacenes de San Jose, il mercato coperto
de L’Avana dove abbiamo potuto fare qualche acquisto di artigianato.
Dopo cena, come promesso, siamo andati a La casa de la musica dove ho potuto
sperimentare la vera salsa cubana e ovviamente i miei cocktail preferiti; è
stato molto divertente e fin da subito intuisco quanto a Cuba la musica sia fondamentale;
così sono giunta alla conclusione che non esiste un cubano che non sappia
ballare: dai bambini alle persone più anziane che ho incontrato, hanno un senso
del ritmo per noi inconcepibile e in poche lezioni credo di aver imparato un
sacco.
La musica che suonano è come se rappresentasse il carattere
gioviale di questo popolo, la voglia di libertà e il piacere di stare in
compagnia.
Quando mi corico le gambe mi fanno male, ma non riesco subito
a prendere sonno; ho ancora nelle orecchie il ritmo scadenzato delle
percussioni, la chitarra così romantica, il contrabbasso e quelle voci solari e
avvolgenti…Dopo pochi minuti però non riesco a resistere, sono stravolta e
domani sarà una giornata intensa.
Murales de la PREhistoria |
Valle di Vinales |
Cueva del Indio |
Fabbricazione di sigari a mano |
San Vincente in provincia di Pinar del Rio |
Cattedrale de L'Avana |
lezioni di educazione fisica |
Sempre più brava la nostra scrittrice di bordo ! Il contadino che costruisce i sigari abita in una casetta rosa con scale dipinte di bianco . Stile coloniale , ma molto semplice e colorato. E poi la Cueva , tanta paura di scivolare , ma c’ è il braccio forte dei nostri compagni di viaggio e la barchetta dei due straordinari cubani ! E fuori musica, musica, musica ! ❤️❤️❤️🤙🤙🤙🤙🤙
RispondiEliminaCome scuote e fa vibrare l'aria,
RispondiEliminaquesta musica cubana!!!.....