venerdì 3 aprile 2020

Giorno 13: martedì 17 febbraio

Emily e un coniglietto ai lamponi

Il martedì lo dedichiamo a un’escursione in un piccolo comune pochi chilometri a nord di Guardalavaca: Gibara, antico villaggio di pescatori.
Appena arrivate, notiamo subito la differenza con i villaggi di pescatori visti a L’Avana e a Santiago. I palazzi di Gibara, come a Holguín, sono elegantemente rifiniti e ricordano quelli spagnoli.

Verso le 11 del mattino sentiamo la necessità fisiologica di un buon caffè così ci fermiamo in un bar che si affaccia sulla piazza principale e si trova al piano terra di un bel palazzo coloniale color amaranto.
Mentre siamo sedute al nostro tavolino a sorseggiare il caffè, nero e questa volta zuccherato, vediamo una bimbetta spiarci da dietro il bancone.
Capiamo immediatamente che è la figlia della cameriera perché uscita dalla sua tana corre a nascondersi dietro le gambe della madre.
Assistendo alla scenetta quasi a tutti scappa una piccola risata, barista compreso, ma io mi sento subito in dovere di tranquillizzare la piccola e per rassicurarla le rivolgo un sorriso.
Inizialmente lei resta dietro la madre, cercando di mimetizzarsi il più possibile e nascondendo il faccino vergognoso, ma intuendo presto che oramai era stata vista, allenta la presa ed esce allo scoperto.
Sembra proprio una bambola di porcellana e velluto: in testa porta un fazzolettino di cotone per ripararsi dal sole, ma probabilmente anche per contenere i ricci ribelli, gli occhi sono neri e grandi, come quelli di tanti bambini a Cuba, e provocano in chi li guarda un senso di vertigini come se si stesse guardando all’interno di un pozzo dove non si riesce a vederne la fine.
Mi viene in mente che in borsa dovrei avere ancora qualche caramella alla frutta che prima di partire dall’Italia avevo rubato ai miei nipoti: allora mi metto a cercare e trovo un paio di lecca lecca rosso rubino a forma di coniglio.
Mi avvicino e mi chino verso di lei porgendole i dolcetti; la piccola, solo dopo aver controllato che nessuno, a parte noi, la sta guardando li afferra.
Sempre sorridendo le chiedo quale sia il suo nome e lei, già rassicurata dal fatto che il locale in quel momento non sia affollato, mi risponde con un filo di voce: ”Emily!”.
La mamma gliene scarta uno e glielo restituisce, lei lo prende velocemente e subito si mette a leccarlo felice mostrandolo di tanto in tanto al barista divertito.
Mentre Emily assapora con gusto il suo trofeo: Mideline, la mamma, ci dice che la bimba ha tre anni e oltre a lei ha un’altra figlia di otto che ora è a scuola: così io le dico di tenere l’altro lecca lecca per la sorellina di Emily perché sappiamo quanto sia difficile trovare delle caramelle a Cuba.
Ormai si è fatto tardi e dobbiamo andare così, dopo aver pagato i caffè, mando un bacio con un gesto della mano ad Emily, che sembra ancora titubante e non sa se può fidarsi o meno.
Siamo già fuori, quando Emily e Mideline ci raggiungono e da un cestino di vimini la bimba ci porge tre braccialetti: lei e la madre ce li vogliono regalare per i nostri tre nipotini.
I braccialetti, come Mideline ci spiega, sono fatti con semi Huayruro e sono fatti a mano da lei. Ci dice che la pianta Huayruro è originaria del Perù e i suoi semi si dice portino fortuna, abbondanza e allontanino l’energia negativa proteggendo chi li indossa.
I semi sono rossi e la parte finale è nera, questa miscela di colori si dice sia sinonimo di equilibrio e vengono spesso usati come ornamento nei vasi e nei gioielli.
Essendo semi tossici se ingeriti vengono raccolti, essiccati e lavorati a mano.
Io accetto volentieri il regalo, anche se dopo aver saputo la storia li vorrei pagare, ma Mideline  non vuole denaro; dopo aver ricevuto un bacio da Emily salutiamo mamma e figlia e proseguiamo per le strade di Gibara.

Iglesia de San Fulgencio

Nel tardo pomeriggio torniamo in albergo e, dopo una doccia rigenerante, scendiamo in spiaggia per vedere il tramonto e poi andiamo a cena.

Dopo cena ci godiamo un po’ di musica dal vivo sul lungomare, dove tutte le sere c’è un gruppo che suona, poi rientriamo in albergo e ancora emozionata dagli occhi di Emily vado a dormire.




Nessun commento:

Posta un commento