venerdì 24 gennaio 2020

Piccole donne 2020


L’altra sera sono stata al cinema a vedere Piccole donne l’ultimo adattamento cinematografico del romanzo di Louisa May Alcott, che milioni di bambine nel mondo hanno letto.
Uscita dal cinema non ero convinta che il film mi fosse piaciuto; è difficile che le pellicole tratte da romanzi mi convincano al cento per cento però credo anche che tutti meritino una possibilità e cerco sempre di trovare i lati positivi in ogni cosa, perché sono convinta che tutto e tutti ne abbiamo. Mi sono piaciute le interpretazioni delle quattro giovani protagoniste, hanno saputo coinvolgermi e mi sono sentita una piccola donna anch’io come mi capitò anni fa quando per la prima volta  mia madre mi lesse il primo romanzo, quando in casa mia Piccole donne era ancora diviso in due romanzi, edizione ereditata proprio da lei.



Il fardello delle piccole donne

Uscita dalla sala dovevo ancora capire se il lungometraggio mi fosse piaciuto oppure no e camminavo guardandomi le punte delle scarpe come sono solita fare quando esco dopo aver visto un film e sto ancora riflettendo sulla pellicola appena conclusa. Paola, l’amica che era venuta al cinema con me, camminava al mio fianco e forse per interrompere quel silenzio, che riflettendoci ora appare un po’ inquietante, è stata la prima a commentare.

 “Io ho letto Piccole donne edito da Malpelo…Quanti ricordi!!!! Avevo otto anni e non conoscevo il significato della parola fardello. Allora l’ho cercata sul dizionario; ho passato parecchio tempo a immaginarmi le sorelle March impegnate a portare questa sorta di cesta di vimini sulle spalle (definizione trovata sul dizionario)! Semplicemente non avevo ancora capito il modo di dire ( usato nella versione letta da me): ognuno deve portare il proprio fardello.”

Io l’ho guardata e ho sorriso; donna molto intelligente e con una sensibilità rara aveva espresso in modo semplice ed elegante il concetto chiave di Piccole donne.
Fardello è la parola chiave di questo capolavoro.

Il fardello delle piccole donne del 2020

Dopo averle sorriso e stretto il braccio per la profonda ammirazione che provo per lei e le sue idee le ho risposto.

“Hai detto tutto quello che Piccole donne vuole trasmettere: tutti abbiamo un fardello da portare; può essere un talento, un sogno, un rimpianto…può essere tantissime cose. Purtroppo molti non lo capiscono: donne ma soprattutto uomini. Le donne hanno portato fardelli molto pesanti e questo passa come fosse la normalità, è come se tutto fosse scontato e nel terzo millennio non può più essere così. Non si può, non si deve più dare niente per  scontato. Le donne portano fardelli se vogliono e comunque meritano aiuto e sostegno tanto quanto lo meritano gli uomini.”

Fardello e…

Lo so probabilmente alcuni si staranno chiedendo: tutto qui? Con una sola parola si può riassumere tutto? Niente da dire in più sui rapporti tra donne? Oggi c’è ancora così tanta disparità tra uomini e donne?

No non è tutto qui, la vita delle donne è molto più complessa da spiegare, non esiste una sola parola che include tutto: emozioni e sentimenti; e sicuramente non è quello che intendeva fare l’autrice. La Alcott come modello per tessere la trama del suo romanzo ha usato la sua famiglia e sicuramente alcune vicende a lei accadute o a chi le era vicino, ma allo stesso tempo ha messo in luce i sentimenti che arricchiscono le donne un po’ ovunque nel mondo e in qualunque epoca; noi donne siamo lunatiche, insicure e spesso ci facciamo prendere dai rimpianti, ma abbiamo una sensibilità unica a parer mio e innata, siamo più inclini al perdono, alla compassione e alla comprensione (anche se c’è sempre l’eccezione), ma questo non vuole dire che siamo deboli, anzi.
I rapporti tra donne non sono sempre facili, non si va sempre d’accordo su ogni argomento, ma credo che i rapporti tra donne siano molto onesti; la solidarietà femminile esiste veramente ed è un sentimento molto tenace: quando le donne sono tutte schierate su un fronte comune sono molto forti, molto di più degli uomini.
Ai giorni nostri le donne, anche se non ancora ovunque, sono molto più emancipate. Però, credo anche che alcune donne siano ancora convinte e abituate a pensare che certi ruoli siano prettamente femminili ed altre mansioni siano prettamente maschili e le cose secondo me non cambieranno finché non saranno proprio gli uomini a dimostrare che non è così.

Piccole donne ma anche Piccoli uomini

È questo che Piccole donne vuole trasmettere secondo me. È un romanzo femminista, un romanzo che tutte le ragazze dovrebbero leggere, ma che soprattutto gli uomini dovrebbero leggere o se non altro andare a vedere il film.
Sarebbe un ulteriore passo verso la parità dei sessi.


…comunque la Alcott ha scritto anche il romanzo sequel di Piccole donne: Piccoli uomini.

domenica 19 gennaio 2020

Amare la cultura vuol dire imparare a migliorare


La cucina che ci esce dalle orecchie

Basta cuochi in tv! C’è bisogno di cultura, ha sbottato Riccardo Muti.
Seguo il Maestro da tutta la vita e sono quasi certa che le parole che ha usato siano proprio queste; molto simpatico e per nulla austero, come ci si potrebbe aspettare da un uomo del suo calibro, non bada a mezzi termini se deve esprimere un’opinione. E in questo caso devo ammettere che mi trova in perfetto accordo. La cucina è diventata una vera moda, ma non solo in tv anche sui giornali e sui Social Network; non si tratta più solo di cucina, ma di estetica e immagine: come bisogna presentare un piatto oppure quali locali è giusto frequentare in base all’arredo. Credo che questo sia sbagliato: secondo me ognuno ha i propri interessi e chi è appassionato di cucina continuerà ad esserlo, la cucina fa comunque parte del bagaglio culturale di tutti; è il messaggio quasi maniacale che viene trasmesso che mi infastidisce, non esiste trasmissione in cui non ci sia una rubrica di cucina. Ancora più fastidioso a parer mio è il fatto che questi cuochi ci vengono imposti come fossero degli dei, mentre le cose che veramente sono importanti vengono relegate solo a certi canali; voglio dire perché ad esempio all’ora di pranzo quasi tutti i canali oramai hanno programmi di cucina , ma per vedere un’Opera dobbiamo guardare rai cultura o aspettare il sette dicembre per vedere la diretta de La Scala?

Assunzione della Vergine affresco di Correggio, cupola del Duomo di Parma
Il fraintendimento dell’Opera

“Oh ma io l’Opera non la capisco…” questa è la scusa più frequente che mi capita di sentire, ma la mia risposta più frequente, che non intendo cambiare anche se risulto antipatica, è:”ma ne hai mai vista una?....Lo sai che esistono Opere divertentissime per esempio Così fan tutte o L’elisir d’amore, lo sai che il loggione (la piccionaia), cioè l’ultimo piano dei teatri quello sopra le gallerie è il reparto meno costoso in sala ed è sempre stato il reparto dei meno abbienti e addirittura dei servi nell’800, credi che un ciabattino o un operaio nascesse più “imparato” di te in fatto di musica? Eppure tutti dicevano che se un’Opera veniva fischiata dal loggione non era destinata a grandi successi. Mi fa diventare matta pensare che è la nostra gente e il nostro Paese che ha dato il via a queste bellezze e ora sempre questo paese le snobba.

Il potere della musica

La musica non ha bisogno di parole per essere capita: non ha proprio bisogno di essere capita. Quando si entra in una sala in cui viene fatta della musica il mondo ad un tratto appare diverso, la lingua che si parla non ha più confini e persino le persone che si incontrano è come venissero da un altro pianeta. Quando una musica riesce a coinvolgere chi suona e chi ascolta, non importa che sia fra Martino, Beethoven o De Gregori, riesce ad esprimere tutto quello che occorre capire.
Villa Sant'Agata residenza-museo di Giuseppe Verdi (Villanova sull'Arda,Piacenza)

Voglia di cultura

Ma io credo anche che in molti abbiano voglia di cultura e di bellezza, lo dimostrano gli ascolti che hanno registrato i programmi di Piero e Alberto Angela, i programmi di Roberto Bolle e le dirette dai tanti teatri italiani e non.
C’è fame di cultura!
Il mondo è talmente bello, ricco e grande che non smetteremmo mai d’imparare pur rimanendo sempre ignoranti di qualcosa, allora perché limitarsi e farsi limitare?

Rocca San Vitale( Fontanellato Parma)
Parma capitale della cultura

Da alcuni fine settimana sto approfittando del tempo libero per visitare qualche castello, reggia, mostra o galleria d’arte in provincia di Parma o Piacenza perché quest’anno con Parma capitale della cultura molti sono gratuiti e vengono organizzate diverse manifestazioni, spettacoli ed eventi; personalmente sono molto orgogliosa di tutto ciò, questa è la terra dove affondano le mie radici e non vorrei essere nata in nessun altro posto al mondo, ho grandi aspettative e sono sicura che sarà un anno di successi.


Intendo fare un resoconto di quello che vedo…venite con me se vi va!


Castello di Bardi ( Parma)



Galleria d'arte moderna Ricci Oddi di Piacenza