Alcuni scatti della barriera Corallina di Guardalavaca scattate con macchina fotografica subacquea, purtroppo non da noi! |
Giorno 14: la Barriera Corallina
Cuba possiede circa 6000 chilometri di costa e i suoi
fondali marini sono tra i più ambiti dagli appassionati d’immersione e dagli
studiosi per la ricca biodiversità.
Poco distante dal nostro albergo si può ammirare una Barriera
Corallina lunga quasi cinque chilometri, così per il mercoledì mattina abbiamo
prenotato una breve crociera che ci porterà a vedere questo mondo sommerso.
Per me è la prima volta in cui mi capita di vedere dal vivo
una Barriera Corallina così grande e, oltre ad essere un’esperienza
indimenticabile, è anche una considerevole prova di coraggio per la mamma che è
terrorizzata dall’acqua.
Piccole insenature e cayos tranquilli accolgono tantissime specie
di flora e fauna marina e terrestre tra cui coralli, tartarughe e pesci
variopinti.
Navigare in queste acque turchesi è come immergersi in un
mondo parallelo fuori dal tempo.
Tornate dalla nostra gita in barca ci fermiamo a pranzo in un
ristorante tipico dove mangiamo maiale arrosto e beviamo un ottimo Mojito.
Dopo esserci riprese dall’intensa mattinata andiamo
direttamente in spiaggia e il resto della giornata lo trascorriamo in totale
relax.
Il mio Realismo Magico
Per l’intero pomeriggio penso a quanto doveva essere bello
starsene sdraiati su queste spiagge prima dell’avvento dei turisti, e
addirittura mi chiedo affascinata quale spettacolo appariva davanti agli occhi degli
Indios prima che arrivasse l’uomo bianco
a sconvolgere questo Nuovo Mondo.
Le spiagge della costa sud orientale di Cuba sono ricche di
vegetazione e tra quelle ancora più incontaminate dell’Isola caraibica.
Così chiudo gli occhi e in un attimo non sono più a Cuba, ma
in Colombia.
Gabo |
Più di una volta, durante questo viaggio, il mio pensiero è
stato per un secondo scrittore che amo tantissimo, legato a Cuba e amico di
Fidel Castro: Gabo (Gabriel García Márquez).
Gabo Márquez lavorò per l’agenzia di stampa cubana Prensa Latina,
fondata da Che Guevara e dall’italo-argentino Jorge Ricardo Masetti dopo la
Rivoluzione cubana.
Nella mia immaginazione, spesso fingo che lui sia il nonno e
io sia la nipote seduta su uno di quei sassi bianchi e levigati che sembrano
uova preistoriche bagnati dalle acque diafane del fiume lungo le cui rive si
trova il villaggio fantastico di Macondo (i quali sono descritti nell’incipit,
a mio parere bellissimo, di Cent’anni di
solitudine) incantata ad ascoltare storie in bilico tra tradizioni ancestrali
e magia.
Fu Gabo in persona a dichiarare che sono stati i racconti
della nonna ad influenzare maggiormente la sua scrittura e il suo realismo magico.
Così, pur stando comodamente appollaiata sul lettino
all’ombra delle palme, continuo a viaggiare con la fantasia.
Giorno 15: Guardalavaca, la spiaggia dove sbarcò Colombo
Riproduzione di come doveva essere una mappa di Cuba all'epoca di Cristoforo Colombo. |
Il giorno seguente lo trascorriamo interamente a playa
Guardalavaca.
Questa spiaggia, nei secoli passati, fu il nascondiglio
ideale per corsari, pirati e le loro attività di contrabbando, infatti il suo
nome deriverebbe da “Guarda la vaca!” cioè proteggi
il bottino, che era ciò che i nativi gridavano quando vedevano
sopraggiungere dal mare i saccheggiatori.
Si narra che Cristoforo Colombo sia sbarcato nei pressi di
Guardalavaca nel 1492 e che rimase stregato dalla bellezza di questa spiaggia
con la sua forma simile a quella della valva di una conchiglia.
Questa spiaggia, dalla sabbia bianca e finissima, è bella e
in parte ancora incontaminata mentre il mare, dalle intense sfumature di blu e
verde, sembra dipinto.
Verso le 17 rientriamo al nostro albergo, anche se il sole è
ancora alto nel cielo, perché siamo stanche e la mamma scopre poi di avere la
febbre.
La parte più vecchia del villaggio di Guardalavaca. |
Più tardi, dopo esserci rinfrescate e riposate, decidiamo di
non uscire per cena e di farci portare dal ristorante dell’albergo qualcosa da
mangiare.
Chiediamo a Maria Ines, una cameriera con cui siamo entrate
in confidenza al ristorante, di prepararci un piatto abbondante di frutta, uno
a base di carne di manzo e riso e uno yogurt fresco.
Quando siamo arrivate all’albergo, per la prima volta, era
tardi e Maria Ines, che conosce qualche parola d’italiano, ci ha messo subito a
nostro agio.
Ines, Agnese in italiano, che è come vuole essere chiamata
lei stessa, è una bella ragazza non troppo alta, con gli occhi scuri definiti
da una sottile linea di eyeliner, i capelli corvini e diversamente dagli altri
camerieri non è abbronzata.
E’ proprio lei, che afferma ridendo, di essere probabilmente
l’unica cubana che si scotta dopo pochi minuti sotto al sole.
Così, dopo aver preso la mia ordinazione, mi dice:“Buonasera
cara e riposate!”.
Dopo cena usciamo nel piccolo patio del bungalow per goderci
ancora una volta l’aria tiepida della sera prima di coricarci.
Circa mezz’ora dopo rientriamo e a quel punto non passa
molto tempo che ci infiliamo a letto e ci addormentiamo.
Bravissima mi piace leggere quel che scrivi perché riesci a portarmi là.
RispondiEliminaBenissimo!
RispondiEliminaLo scopo principale del mio diario di bordo è quello!