Blinded by the light - Travolto dalla musica
Sono seduta qui a recensire
un film che aspettavo ormai da mesi e finalmente è arrivato anche nelle sale
italiane lo scorso 29 agosto. Il film di cui sto parlando è Blinded by the light-Travolto dalla musica tratto
da una storia vera. La pellicola è l’adattamento cinematografico delle memorie
di Sarfraz Manzoor: Greetings from
Bury Park. Sia il film che il libro sono basati sulla vita del giornalista
del The Guardian Manzoor e la sua ossessione adolescenziale per Bruce
Springsteen.
Secondo me, molti fans del”Boss” e anche tanti che non lo
conoscono si possono rivedere nella storia di Javed; guardare questo film potrebbe
essere l’occasione per conoscere la forza e il carisma che la musica di
Springsteen ha il potere di trasmettere.
Io
non sono capitata a contatto col “Boss” per caso come Javed, ma come lui ho
provato e provo tutt’ora quella sensazione in cui mi sembra proprio che Bruce
sia seduto al mio fianco su una Chevrolet
e stia parlando proprio a me, dei miei problemi e come anche lui li abbia
affrontati e superati con fatica, duro lavoro e tanta speranza.
Il
primo incontro con Bruce
Ho ascoltato la musica di Bruce Spingsteen fin da piccola perché
la mamma è una grande fan e crescendo ho sentito sempre più mie le parole del
Boss.
Non
ho un ricordo preciso della prima volta in cui ho ascoltato Springsteen, molto
probabilmente lo sentivo in casa, ma non sapevo fosse lui. Mi ricordo bene che
mi piaceva un sacco ballare sulle note di Glory
days o Dancing in the dark; un
pomeriggio, forse avevo otto o nove anni, ho accompagnato a scuola mia madre
(insegnante alle scuole medie) e lei proiettò per i suoi studenti il film Philadelphia; quando sentii la colonna
sonora me ne innamorai subito: struggente e malinconica. Alla sera parlammo del film e la mamma mi chiese
cosa avessi capito. Io chiesi di chi fosse quella bellissima canzone e lei mi
rispose: ”Non lo hai riconosciuto? È Bruce! Ha vinto un Oscar per Streets of Philadelphia!” No, non lo
avevo riconosciuto, non avevo neanche preso in considerazione Springsteen. Le
canzoni del “Boss”le ho sempre considerate pura energia su cui ballare e un
inno alla vita; con il tempo ho capito che anche Streets of Philadelphia è un inno alla vita: la vita che, senza
alcun diritto, viene negata.
Il
Boss visto dal vivo
Ho avuto la fortuna di partecipare a diversi live durante i tour
che hanno fatto tappa anche in Italia e posso assicurare che un concerto del “Boss”
è veramente un’esperienza unica: fino a quattro ore di musica e divertimento no
stop. Il cantautore interagisce col pubblico cimentandosi con l’italiano
(lingua dei nonni materni e che pare si parli ancora in casa Spingsteen);
invita sul palco fans di tutte le età per suonare, ballare o cantare un pezzo.
Arrivare a fine serata senza mal di gambe o di piedi è praticamente impossibile
anche per i più giovani e ben allenati.
I
motivi per cui Blinded by the light è
un successo ben riuscito
Questo
film, oltre ad una colonna sonora strepitosa affronta diversi temi:
l’adolescenza, l’integrazione, lo scontro intergenerazionale tra padre e
figlio, ma anche problemi economici e politici della fine anni 80 nel Regno
Unito. Blinded by the light è una gioiosa storia di
coraggio, amore, speranza, famiglia e della capacità unica della musica
nell’elevare lo spirito umano. Penso che questo sia il
film perfetto per chi è stato “salvato” dalla musica, per chi ha trovato (o
ritrovato) se stesso in una canzone o in un album, per chi ha sognato sulle
note di un pezzo, per chi crede che le sette note siano come l’aria: non si può
vivere senza.
Al
Kennedy Center Honor
Durante una serata dedicata a Bruce Springsteen al Kennedy Center
Honor il presentatore e attore comico Jon Stewart, originario del New Jersey
come il “Boss”, ha introdotto la serata storica con poche parole provocando
un’ovazione in sala e un fragoroso applauso. Parafrasando, Stewart ha
detto:”….io non posso descrivere l’importanza della musica di Bruce Spingsteen
sul piano sociale e culturale degli Stati Uniti, ma posso dirvi cosa
penso…Quello che penso è che Bob Dylan e James Brown hanno un figlio. Questo
bambino è Bruce Springsteen…” A parere mio questa frase descrive perfettamente
il Boss e la sua musica.
Una delle frasi più significative di Bruce è We bear the coolness of the forever uncool. È la riscossa di chi non è cool, di chi non si sente parte del mondo o del periodo che sta vivendo. Bruce ti fa sentire che invece ci sei, He qualcuno è come te, che non sei solo. You're not alone. Altra bellistima cosa che ha detto Jon Stewart, è che quando ascolti Springsteen, You're not a looser anymore e si riferiva alla sua adolescenza nel New jersey. Ma vale anche per la mia a Fidenza o a quella di Javed a Luton. Il Boss siamo noi
RispondiEliminaassolutamente!!! siamo tutti figli di Springsteen!!!!
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