martedì 16 luglio 2019

Papa ed io (come ho incontrato e amato Ernest Hemingway)




A sedici anni siamo tutti persone diverse. Non siamo più superficiali o più ingenui, semplicemente siamo diversi da quelli che possiamo essere oggi! Spensierati e prendiamo tutto con più leggerezza. Siamo qualcuno, ma con qualcosa da definire ancora.
Tra un pomeriggio passato con gli amici e l’altro, in cui dovevi rintanarti in casa per preparare l’interrogazione della mattina successiva a me è sempre capitato in mano qualche libro. Magari lo avevo trovato in casa, magari ne avevo sentito parlare o magari me lo avevano appioppato da leggere durante le vacanze estive (chi non si è ritrovato a saltare almeno un paragrafo de il nome della rosa perché “non si può se mi metto a leggere tutto non ne esco più!”;e invece ragazzi non demolite tutte le idee dei vostri prof! Potrebbe capitarvi in mano il barone rampante che è troppo forte, oppure potrebbe capitarvi il giovane Holden che cataloghereste come uno di quei libri che tutti dovremmo assolutamente leggere!)
Nel regalare un libro non si sbaglia mai, anche se a volte chi lo riceve non lo coglie subito come un oggetto che potrebbe o meno cambiargli la vita, o se non altro insegnargli qualcosa. Credetemi, io lo so! Ne sono la prova, e quesa storia che sto per raccontarvi lo dimostra…

L’incontro
21 luglio 2009 Forte Maccalè, Castell’Arquato
Fa caldo, caldissimo, troppo caldo. La mamma sta tagliando il prosciutto crudo da accompagnare al melone, ma io so che mangerò solo il melone perché altrimenti passerei il pomeriggio a bere! Sono stravaccata sul divano, l’orale della maturità appena finito e mi sembra sia andato bene...ma sinceramente me ne frega fino a là....è finita! Sto guardando il telegiornale: arriva un’ondata di caldo, nuove notizie sulla morte di Michael Jackson...Ad un certo punto distrattamente sento una frase, probabilmente la frase più bella che io abbia mai sentito.

“Non m’importava che cosa fosse il mondo. Volevo soltanto sapere come viverci. Forse, se scoprivi come viverci, imparavi anche che cos’era.” A scriverla era stato Ernest Hemingway. Una frase tratta da uno dei suoi libri più celebri, forse il romanzo che lo ha reso famoso in tutto il mondo, insieme ad Addio alle armi ed è Fiesta (il sole sorgerà ancora).

Oggi 21 luglio 2009, spiegano al Tg, Hemingway avrebbe compiuto 110 anni; è stato uno degli scrittori americani più amati negli States, uno degli scrittori più amati del ‘900 in tutto il mondo, premio Pulitzer, premio Nobel. Uno scrittore amato ma anche molto criticato, uno che ha cambiato tutto nella letteratura: la punteggiatura, il ruolo del protagonista ( che essenzialmente è un “fallito”), la lunghezza delle frasi ( che con sole tre parole o poco più ti lasciano “breathtaking” ). Sa essere ironico senza mezzi termini, il modo in cui scrive ancora oggi mette in imbarazzo talmente è moderno! È tragico! È onesto! È lineare! Ti spinge (senza fare fatica) a leggere di cose così lontane da te ma...così tue! Persino la vita dello scrittore non è più la stessa: lo scrittore è un nomade che scrive di ciò che conosce fino in fondo, di ciò che vive, di ciò che vede e ama!

Fiesta e Luciana
Il cuore comincia a battere, a martellare insistentemente, come quando sei davanti a qualcosa di così grande e bello che non riesci a controllare l’emozione anche se non sai bene di cosa si tratti!
Ok, mi metto seduta sul divano. Io quel libro lo conosco! Io di quell’Hemingway ho sentito spesso parlare ma non fa per me! Figurati che scrive di guerra, caccia grossa, pesca, corride....cosa c’entra questa roba con me?! Però quella frase è così bella! Io quel libro lo ricordo, me lo hanno regalato tre anni fa; me lo hanno dato dicendomi:” Ho fatto pulizia nella libreria e l’ho trovato: è qualcosa di diverso ma ti può sorprendere.” Infatti, come aveva probabilmente messo in conto chi me lo aveva donato, lo snobbai. Alcuni giorni dopo era ancora sul tavolo perché, come da copione, ero troppo pigra per trovargli posto nella libreria, ricevendo non pochi inviti (glassati da qualche simpatico nomignolo) da parte di mia madre Luciana. Vedendolo sul tavolo un ospite, veramente “illustre” di casa mi disse:”Oh cavoli! Fiesta. Uno dei più bei libri mai letti!”; però io continuai ovviamente a snobbarlo, non perché non mi fidassi delle ottime referenze, no certo! Ma non era roba per me! E finalmente mi decisi a metterlo via e lo riposi nella libreria, anche piuttosto in alto!
Adesso però, quella frase cambia tutto! Non è roba per me, ma forse qualcosa può darmi:...mmmmm...vado a tirarlo fuori!
Ma dov’è?!
“Mamma lo hai fatto sparire come il giovane Holden?
“No Caterina! Ma come puoi pretendere che mi ricordi su due piedi se l’ho spostato. Sono passati tre anni! Cercalo!”
Dopo giorni di ricerche estenuanti eccolo! Guardandolo mi chiedo perché quella foto in copertina non mi avesse attratto: una bella donna, anni venti, impellicciata e ingioiellata, ma per niente pacchiana. Seduta elegantemente mi guarda e sembra dirmi: ”sapevo che prima o poi saresti tornata!” Molto Marlene Dietrich!
 Senza aspettare m’immergo subito nella lettura e non riesco a smettere. Lo porto ovunque, fino a che, dopo qualche giorno, lo finisco! Entro in cucina dove la mamma sta pulendo dei peperoni e sorridendo esclamo:”finito!”
“Allora? Ti è piaciuto?”
“Probabilmente uno dei più bei libri mai letti!”
“Racconta dai!”
“Oh niente, parla di un gruppo di amici e conoscenti durante la festa di San FIrmino. Sai la festa dove c’è la corsa dei tori a Pamplona? Tra corride, festeggiamenti, sbronze, toreri, pugili, amori....cose così! Ma non è solo questo: è tutto quello che dice insieme a questo; c’è Brett, c’è Jake, c’è Robert, c’è Romero; e poi c’è Pamplona con i suoi caffè con le sedie in vimini e i tavolini in marmo all’ombra sotto i portici; ci sono le viuzze, le piazze e i terrazzini dove la gente se ne sta a bere il liquore alla liquirizia nei giorni della Fiesta; vedi gente con la faccia da quadri di Velazques, gente con la faccia da Goya; ci sono i bar, i ristoranti, senti i tamburi, poi ci sono le montagne, il mare, il coraggio, l’eleganza, l’eleganza nelle avversità (definizione del coraggio secondo Hem e che per lui è la più ammirevole delle virtù umane); ci sono le donne, amiche meravigliose, poi c’è la morte, la speranza! C’è ciò che dice e ciò che non dice! Ciò che vivi! Mamma c’è tutto, tutto questo e di più. È stupendo!”

Ti porto con me
Mia madre mi guarda inclinando la testa di lato, un po’ interdetta, poi sorride. Negli anni ha cercato di capire, di stare dietro a Hem e me; un applauso per essersi sempre applicata e avermi accompagnata in alcuni dei miei pellegrinaggi hemingwayani, ha anche accettato che mi tatuassi il titolo di un libro sulla schiena:”Ma che tatuaggio è? Ma sei sicura!?”
Insomma il 21 luglio del 2009 è successo qualcosa; probabilmente, se Papa fosse stato lì in carne e ossa, mi avrebbe dato un calcio nel sedere e mi avrebbe detto:”Prendi quel maledetto libro e leggilo!”. O semplicemente mi avrebbe dato uno di quegli abbracci che ti fanno scricchiolare le ossa e mi avrebbe detto:”Prendi quel maledetto libro e leggilo, ti porto con me!”…si mi piace pensare che sia successo proprio così!

Hem e la John F. Kennedy library
Romanzi, racconti, articoli letti e riletti e ora quest’ultimo libro, un regalo stupendo: Hemingway l’uomo e il mito (Mondadori): una raccolta di lettere, telegrammi e testimonianze tutte conservate alla Hemingway Collection della John Fitzgerald Kennedy library di Boston e non solo!
Questa biblioteca, fondata in memoria del presidente Kennedy, ospita la più grande collezione dedicata ad Hemingway di cui il presidente aveva massima ammirazione e alla notizia della sua morte disse:”…Egli ha trasformato pressoché da solo la letteratura e il modo di pensare dì uomini e donne in ogni parte del mondo.” Nel 1964, parlando del futuro della Kennedy library, Jacqueline Kennedy affermò: “Poiché John Kennedy era così coinvolto dalla vita, la sua biblioteca non sarà soltanto un deposito di documenti e cimeli del passato. Sarà anche un centro vitale di istruzione e di scambio di pensiero, che crescerà e cambierà con il tempo...La mia speranza è che negli anni a venire la Kennedy library non si limiti a essere un monumento alla memoria del presidente Kennedy, bensì un vivo e attivo centro di studi sull’epoca in cui visse, capace di ispirare ideali di democrazia e libertà nei giovani di tutto il mondo.”

Dieci anni di amore
È così che il 21 luglio 2009, è cominciata e non è più finita! Ernest Hemingway mi fa ancora sognare ed è per questo che siamo ancora in giro sulle sue tracce!


“Tutti i buoni libri sono simili nella misura in cui sono più veri che se fossero realmente accaduti e dopo che hai finito di leggerne uno senti che tutte quelle cose sono successe a te e tutte ti appartengono totalmente; il bene e il male, l’estasi, il rimorso e il dolore, le persone e i luoghi e il tempo che faceva. Se riesci ad arrivare al punto in cui puoi dare questo alle persone, allora sei uno scrittore.”
(Ernest Hemingway, Scrive un vecchio giornalista: lettera da Cuba; articolo per la rivista”Esquire”, dicembre ’34)



"Non lo disse ad alta voce perché sapeva che a dirle, le cose belle non succedono."

Il vecchio e il mare

Ernest Hemingway







8 commenti:

  1. Ok, proverò a leggere anch'io Hemingway, nonostante i tanti pregiudizi che spesso abbiamo sui classici della letteratura. Caterina, mi piace come scrivi 👏

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  2. Complimenti per lo stile scorrevole e accattivante, mi hai incuriosita e certamente ispirata a provare a leggere qualche suo libro!

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  3. Il pregiudizio è purtroppo un punto debole dell’umani e anche non volendo spesso ci caschiamo, io per prima. Mi fa molto piacere avervi incuriosito e mi auguro ma soprattutto vi auguro di innamorarvi di un uomo forte e tremendamente fragile come Hemingway! Troverete qualcosa di scritto meglio e qualcosa di scritto peggio; il migliore Hemingway per me si trova in: Fiesta, Addio alle armi, Per chi suona la campana, Fiesta mobile e ovviamente ne Il vecchio e il mare. Veramente belli e scorrevoli sono i quarantanove racconti. E poi tanto altro c’e di bello e appassionate ma per iniziare è il top.
    Buon viaggio!

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  4. Brava Caterina mi hai coinvolta.. Anch'io a volte penso che "non sia roba per me" e invece.. Ti si apre un mondo!

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