Tra un pomeriggio passato con
gli amici e l’altro, in cui dovevi rintanarti in casa per preparare
l’interrogazione della mattina successiva a me è sempre capitato in mano
qualche libro. Magari lo avevo trovato in casa, magari ne avevo sentito parlare
o magari me lo avevano appioppato da leggere durante le vacanze estive (chi non
si è ritrovato a saltare almeno un paragrafo de il nome della rosa perché
“non si può se mi metto a leggere tutto non ne esco più!”;e invece ragazzi non
demolite tutte le idee dei vostri prof! Potrebbe capitarvi in mano il barone
rampante che è troppo forte, oppure potrebbe capitarvi il giovane Holden
che cataloghereste come uno di quei libri che tutti dovremmo assolutamente leggere!)
Nel regalare un libro non si
sbaglia mai, anche se a volte chi lo riceve non lo coglie subito come un
oggetto che potrebbe o meno cambiargli la vita, o se non altro insegnargli
qualcosa. Credetemi, io lo so! Ne sono la prova, e quesa storia che sto per
raccontarvi lo dimostra…
L’incontro
21 luglio 2009 Forte Maccalè,
Castell’Arquato
Fa caldo, caldissimo, troppo
caldo. La mamma sta tagliando il prosciutto crudo da accompagnare al melone, ma
io so che mangerò solo il melone perché altrimenti passerei il pomeriggio a
bere! Sono stravaccata sul divano, l’orale della maturità appena finito e mi
sembra sia andato bene...ma sinceramente me ne frega fino a là....è finita! Sto
guardando il telegiornale: arriva un’ondata di caldo, nuove notizie sulla morte
di Michael Jackson...Ad un certo punto distrattamente sento una frase,
probabilmente la frase più bella che io abbia mai sentito.
“Non m’importava che cosa
fosse il mondo. Volevo soltanto sapere come viverci. Forse, se scoprivi come
viverci, imparavi anche che cos’era.” A scriverla era stato Ernest Hemingway. Una frase tratta da uno dei suoi libri più
celebri, forse il romanzo che lo ha reso famoso in tutto il mondo, insieme ad Addio
alle armi ed è Fiesta (il sole sorgerà ancora).
Oggi 21 luglio 2009, spiegano
al Tg, Hemingway avrebbe compiuto 110 anni; è stato uno degli scrittori
americani più amati negli States, uno degli scrittori più amati del ‘900 in
tutto il mondo, premio Pulitzer, premio Nobel. Uno scrittore amato ma anche
molto criticato, uno che ha cambiato tutto nella letteratura: la punteggiatura,
il ruolo del protagonista ( che essenzialmente è un “fallito”), la lunghezza
delle frasi ( che con sole tre parole o poco più ti lasciano “breathtaking” ).
Sa essere ironico senza mezzi termini, il modo in cui scrive ancora oggi mette
in imbarazzo talmente è moderno! È tragico! È onesto! È lineare! Ti spinge
(senza fare fatica) a leggere di cose così lontane da te ma...così tue! Persino
la vita dello scrittore non è più la stessa: lo scrittore è un nomade che
scrive di ciò che conosce fino in fondo, di ciò che vive, di ciò che vede e ama!
Fiesta e Luciana
Il cuore comincia a battere,
a martellare insistentemente, come quando sei davanti a qualcosa di così grande
e bello che non riesci a controllare l’emozione anche se non sai bene di cosa
si tratti!
Ok, mi metto seduta sul
divano. Io quel libro lo conosco! Io di quell’Hemingway ho sentito spesso
parlare ma non fa per me! Figurati che scrive di guerra, caccia grossa, pesca,
corride....cosa c’entra questa roba con me?! Però quella frase è così bella! Io
quel libro lo ricordo, me lo hanno regalato tre anni fa; me lo hanno dato
dicendomi:” Ho fatto pulizia nella libreria e l’ho trovato: è qualcosa di
diverso ma ti può sorprendere.” Infatti, come aveva probabilmente messo in
conto chi me lo aveva donato, lo snobbai. Alcuni giorni dopo era ancora sul
tavolo perché, come da copione, ero troppo pigra per trovargli posto nella
libreria, ricevendo non pochi inviti (glassati da qualche simpatico nomignolo)
da parte di mia madre Luciana. Vedendolo sul tavolo un ospite, veramente
“illustre” di casa mi disse:”Oh cavoli! Fiesta. Uno dei più bei libri
mai letti!”; però io continuai ovviamente a snobbarlo, non perché non mi
fidassi delle ottime referenze, no certo! Ma non era roba per me! E finalmente
mi decisi a metterlo via e lo riposi nella libreria, anche piuttosto in alto!
Adesso però, quella frase
cambia tutto! Non è roba per me, ma forse qualcosa può darmi:...mmmmm...vado a
tirarlo fuori!
Ma dov’è?!
“Mamma lo hai fatto sparire
come il giovane Holden?
“No Caterina! Ma come puoi
pretendere che mi ricordi su due piedi se l’ho spostato. Sono passati tre anni!
Cercalo!”
Dopo giorni di ricerche
estenuanti eccolo! Guardandolo mi chiedo perché quella foto in copertina non mi
avesse attratto: una bella donna, anni venti, impellicciata e ingioiellata, ma
per niente pacchiana. Seduta elegantemente mi guarda e sembra dirmi: ”sapevo
che prima o poi saresti tornata!” Molto Marlene Dietrich!
Senza aspettare m’immergo subito nella lettura
e non riesco a smettere. Lo porto ovunque, fino a che, dopo qualche giorno, lo
finisco! Entro in cucina dove la mamma sta pulendo dei peperoni e sorridendo
esclamo:”finito!”
“Allora? Ti è piaciuto?”
“Probabilmente uno dei più
bei libri mai letti!”
“Racconta dai!”
“Oh niente, parla di un
gruppo di amici e conoscenti durante la festa di San FIrmino. Sai la festa dove
c’è la corsa dei tori a Pamplona? Tra corride, festeggiamenti, sbronze, toreri,
pugili, amori....cose così! Ma non è solo questo: è tutto quello che dice
insieme a questo; c’è Brett, c’è Jake, c’è Robert, c’è Romero; e poi c’è
Pamplona con i suoi caffè con le sedie in vimini e i tavolini in marmo
all’ombra sotto i portici; ci sono le viuzze, le piazze e i terrazzini dove la
gente se ne sta a bere il liquore alla liquirizia nei giorni della Fiesta; vedi
gente con la faccia da quadri di Velazques, gente con la faccia da Goya; ci
sono i bar, i ristoranti, senti i tamburi, poi ci sono le montagne, il mare, il
coraggio, l’eleganza, l’eleganza nelle avversità (definizione del coraggio
secondo Hem e che per lui è la più ammirevole delle virtù umane); ci sono le
donne, amiche meravigliose, poi c’è la morte, la speranza! C’è ciò che dice e
ciò che non dice! Ciò che vivi! Mamma c’è tutto, tutto questo e di più. È stupendo!”
Ti porto con me
Mia madre mi guarda
inclinando la testa di lato, un po’ interdetta, poi sorride. Negli anni ha
cercato di capire, di stare dietro a Hem e me; un applauso per essersi sempre
applicata e avermi accompagnata in alcuni dei miei pellegrinaggi hemingwayani, ha
anche accettato che mi tatuassi il titolo di un libro sulla schiena:”Ma che
tatuaggio è? Ma sei sicura!?”
Insomma il 21 luglio del 2009
è successo qualcosa; probabilmente, se Papa fosse stato lì in carne e ossa, mi
avrebbe dato un calcio nel sedere e mi avrebbe detto:”Prendi quel maledetto
libro e leggilo!”. O semplicemente mi avrebbe dato uno di quegli abbracci che
ti fanno scricchiolare le ossa e mi avrebbe detto:”Prendi quel maledetto libro
e leggilo, ti porto con me!”…si mi piace pensare che sia successo proprio così!
Hem e la John F. Kennedy
library
Romanzi, racconti, articoli
letti e riletti e ora quest’ultimo libro, un regalo stupendo: Hemingway l’uomo e il mito (Mondadori): una raccolta di lettere, telegrammi e testimonianze tutte
conservate alla Hemingway Collection della John Fitzgerald Kennedy library di
Boston e non solo!
Questa biblioteca, fondata in
memoria del presidente Kennedy, ospita la più grande collezione dedicata ad
Hemingway di cui il presidente aveva massima ammirazione e alla notizia della
sua morte disse:”…Egli ha trasformato pressoché da solo la letteratura e il
modo di pensare dì uomini e donne in ogni parte del mondo.” Nel 1964, parlando
del futuro della Kennedy library, Jacqueline Kennedy affermò: “Poiché John
Kennedy era così coinvolto dalla vita, la sua biblioteca non sarà soltanto un
deposito di documenti e cimeli del passato. Sarà anche un centro vitale di
istruzione e di scambio di pensiero, che crescerà e cambierà con il tempo...La
mia speranza è che negli anni a venire la Kennedy library non si limiti a
essere un monumento alla memoria del presidente Kennedy, bensì un vivo e attivo
centro di studi sull’epoca in cui visse, capace di ispirare ideali di
democrazia e libertà nei giovani di tutto il mondo.”
Dieci anni di amore
È così che il 21 luglio 2009,
è cominciata e non è più finita! Ernest Hemingway mi fa ancora sognare ed è per
questo che siamo ancora in giro sulle sue tracce!
“Tutti i buoni libri sono
simili nella misura in cui sono più veri che se fossero realmente accaduti e
dopo che hai finito di leggerne uno senti che tutte quelle cose sono successe a
te e tutte ti appartengono totalmente; il bene e il male, l’estasi, il rimorso
e il dolore, le persone e i luoghi e il tempo che faceva. Se riesci ad arrivare
al punto in cui puoi dare questo alle persone, allora sei uno scrittore.”
(Ernest Hemingway, Scrive
un vecchio giornalista: lettera da Cuba; articolo per la rivista”Esquire”,
dicembre ’34)
"Non lo disse ad alta voce perché sapeva che a dirle, le cose belle non succedono." Il vecchio e il mare Ernest Hemingway |
Ok, proverò a leggere anch'io Hemingway, nonostante i tanti pregiudizi che spesso abbiamo sui classici della letteratura. Caterina, mi piace come scrivi 👏
RispondiEliminaGrazie! Vedrai saprà sorprenderti!
EliminaCaterina anche tu scrivi molto bene
RispondiEliminaGrazie mille!
EliminaComplimenti per lo stile scorrevole e accattivante, mi hai incuriosita e certamente ispirata a provare a leggere qualche suo libro!
RispondiEliminaSono contenta!
EliminaIl pregiudizio è purtroppo un punto debole dell’umani e anche non volendo spesso ci caschiamo, io per prima. Mi fa molto piacere avervi incuriosito e mi auguro ma soprattutto vi auguro di innamorarvi di un uomo forte e tremendamente fragile come Hemingway! Troverete qualcosa di scritto meglio e qualcosa di scritto peggio; il migliore Hemingway per me si trova in: Fiesta, Addio alle armi, Per chi suona la campana, Fiesta mobile e ovviamente ne Il vecchio e il mare. Veramente belli e scorrevoli sono i quarantanove racconti. E poi tanto altro c’e di bello e appassionate ma per iniziare è il top.
RispondiEliminaBuon viaggio!
Brava Caterina mi hai coinvolta.. Anch'io a volte penso che "non sia roba per me" e invece.. Ti si apre un mondo!
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